ARKÈ
Nella mostra precedente presentata da Giovanni Bianchi, erano esposti paesaggi, se tali si potevano definire, che estendendosi da una abnorme sorgente luminosa sino all’assenza totale della luce contemplavano una pressoché infinita variazione di colori; Partecipando essi ancora a spazio e tempo li avevo chiamati “ultime realtà” In questa mostra, ora, penso ad un punto dentro quel paesaggio e alla sua storia. Un punto che può essere la nostra anima in un viaggio proiettato verso l’esterno e l’interno nello stesso momento. La sua storia sarebbe tutta nei movimenti con cui esso, fra oscillazioni e incertezze e turbamenti, che colorano in modo vario tutto il suo essere, cerca di stabilirsi definitivamente nella zona della luce o nei colori intermedi o di perdersi nell’ indistinto della tenebra. Una storia che si determina soltanto nella sua autentica ed esclusiva individualità. Una storia che può essere resa visibile con i medesimi colori di cui essenzialmente è composta e nella conflittualità o agonia che la caratterizza.
Dedico una poesia a Virgilio Guidi, per le sue straordinarie visioni.
Devi lasciare il diaframma dell’obiettivo
Completamente aperto per lungo tempo,
Per tutta la notte,
Se vuoi vedere come si deve
Il movimento del cielo.
Nel suo silenzio bastò al poeta
Molto meno di un attimo
Per vedere da gigantesca celeste ferita,
Perché gli occhi del suo cuore
Erano aperti
Ritengo opportuno in questa occasione rendere pubblica una riflessione del Maestro alquanto illuminante tratta da una lettera autografa del 1947 recentemente emersa.
“Non vedo l’ora di mettere in atto quella che io chiamo ‘conversione’. Un atto religioso mi è necessario per spingere la vita fino alla sua fine per la sua funzione, per la mia funzione, poiché l’arte e le cose dello spirito diventano sempre più esigenze assolute. Possa Dio aiutarmi o farmi morire. Se Dio mi aiuterà altro premio non aspetto che la pace della mia coscienza.”
Da una poesia di Auden
May I, composed like them
Of Eros and of dust,
Beleaguered by the same
Negation end despair
Show an affirming flame.
Che possa Io,come loro composto
Di Eros e di polvere,
Stretto dalla stessa
Negazione e disperazione
Ostentare una assertante fiamma.
A FONTE USQUE AD EODEM FLUENTES
ARKE
Conflitti, tempera su tavola, cm 22×24
Conflitti, tempera su tavola, cm 22×24
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